martedì 8 luglio 2008

Triple "AAA" - ovvero quando il vino ha personalità

Durante una delle lezioni sulla Francia, uno dei matti che seguono il corso con me, ha posto una domanda: "Ma che classificazione è la "Triple AAA" che si vede su certe bottiglie....?
Noi eravamo già preoccupati di nostro: tra DOC, DOCG, IGT... mo ci si metteva pure questa???

Non abbiamo ricevuto risposta, in quanto nemmeno i sommelier che ci tenevano lezione sapevano cosa fosse.

Giorni fa iniziando a sistemare l'armadio per il mio futuro TRASLOCO (ok son in anticipo di 5 mesi ma mi piace pregustare la mia nuova casa) ho trovato una sorta di rivista che in realtà era un manifesto nel quale alcuni vini erano descritti e classificati secondo una metodologia diversa.

Mi è capitato in mano proprio il manifesto di proclamazione dei "Triple AAA"!!!!

Un giorno un signore iniziò a porre delle domande:

Vi è capitato negli ultimi anni di pensare che tutti i vini si assomigliano? Che non esistono quasi più le differenze di annata? Che tanti, troppi vini siano senza eco?

Questo signore si chiama Luca Gargano e in pratica ha creato delle regole per le quali un vino può rientrare nella categoria da lui ideata.

Buona parte dei vini prodotti nel mondo sono standardizzati, cioè ottenuti con tecniche agronomiche ed enologiche che mortificano l’impronta del vitigno, l’incidenza del territorio e la personalità del produttore.
La standardizzazione sta generando vini simili in ogni angolo del pianeta, sovente incapaci di sfidare il tempo.
Ma alcuni produttori rifiutano questa logica e producono vini Tripla A.

Il significato delle tre A è:
“A” come Agricoltori - soltanto chi coltiva direttamente il vigneto può instaurare un rapporto corretto tra uomo e vite, ed ottenere un’uva sana e matura esclusivamente con interventi agronomici naturali.
“A” come Artigiani - occorrono metodi e capacità “artigianali” per attuare un processo produttivo viticolo ed enologico che non modifichi la struttura originaria dell’uva, e non alteri quella del vino.
“A” come Artisti - solamente la sensibilità “artistica” di un produttore, rispettoso del proprio lavoro e delle proprie idee, può dar vita ad un grande vino dove vengano esaltati i caratteri del territorio e del vitigno.

Da queste considerazioni iniziali si ricava un decalogo, le cui regole devono essere rispettate da chi voglia produrre vini Triple A.
Il Decalogo dei Vini Triple A
I vini Triple A possono nascere solo:
– da una selezione manuale delle future viti, per una vera selezione massale.
– da produttori agricoltori, che coltivano i vigneti senza utilizzare sostanze
chimiche di sintesi rispettando la vite e i suoi cicli naturali.
– da uve raccolte a maturazione fisiologica e perfettamente sane.
– da mosti ai quali non venga aggiunta né anidride solforosa né altri additivi.
L’anidride solforosa può essere aggiunta solo in minime quantità al momento dell”imbottigliamento.
– utilizzando solo lieviti indigeni ed escudendo i lieviti selezionati.
– senza interventi chimici o fisici prima e durante la fermentazione alcolica diversi dal semplice controllo delle temperature. (Sono tassativamente esclusi gli interventi di concentrazione attuati con qualsiasi metodo).
– maturando sulle proprie “fecce fini” fino all’imbottigliamento.
– non correggendo nessun parametro chimico.
– non chiarificando e filtrando prima dell’imbottigliamento.

4 commenti:

Melmo Staff ha detto...

Ciao Silvia. Interessante questo post, sul quale vorrei dire la mia!

Questa triple A mi sembra un mezzo submanifesto biologico, quasi biodinamico, e un mezzo facsimile dei nosrri Vini Veri. Insomma, tutto il mondo è paese.

E' vero che molti vini si stanno omogeinizzando nelle tecniche di produzione, ma di qui a dire che sono tutti uguali ce ne corre. Il dilemma è il solito: produrre per il proprio gusto o per il mercato? O se vuoi, artista o imprenditore?

A me danno un po' fastidio quelli che si preoccupano solo di dire come si dovrebbe fare veramente un vino e poi magari se li vai a trovare sparlano degli altri o non ti ricevono. Allo stesso modo detesto quelli che si proclamano "bevitori veri" o "sportivi veri" o "motociclisti veri" quasi per creare una casta!

Facciano scegliere alla gente e al limite investano per educarla, non per dire solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato!

Stefano

Unknown ha detto...

Stefano, è sempre un piacere ricevere un vostro commento: il mio è solo un posto esplicativo...


cioè....

la penso come te in tutto ma mi sembra carino che le persone abbiano la possibilità di informarsi priam di scegliere... cosa bere.. o come comportarsi...

Ti riporto una frase che mi hanno detto al Vinitaly. Stavo assaggiando un Ruchè con il mio amico Angelo, noi stavamo estrapolando i profumi, i sapori... il produttore ci disse: iniziate a godere il vino senza "fare" i sommelier...

Penso che il produttore abbia decisamente centrato il problema: dobbiamo goderci di più la vita senza disquisirne troppo.

Non mi interessa che sia artista o imprenditore il produttore del vino che ho nel bicchiere: mi interessa che il vino mi trasmetta delle emozioni!

Per riprendere una tua frase: non educheremo mai il gusto interiore delle persone... (lo hanno e basta) un vino piace o non piace!!!

Basta solo capire quale è la linea di differenza!

E penso che i Melmo siano un ottimo spunto per marcare questa linea!

ROSA E OLIVIER ha detto...

"intima semente baila em meu reino
ao sabor de tuas doçuras..."

"sqadre
ordinare di fiori nel caos dell'esistenza..."

grazie mille silvia.

Melmo Staff ha detto...

Ciao Silvia !!!!
Ho letto la tua risposta a Stefano e devo dire che ti quoto su tutta la linea.
"...iniziate a godere il vino senza fare i sommelier"spettacolare la frase del produttore.
Vivere le emozioni che il vino ci da senza disquisirne troppo è quello che da un po' di tempo voglio fare.
Sono stato a tanto così da fare un corso, ora non lo farei mai piu'.
E vorrei fare a meno anche di conoscere le tecniche di produzione, e il costo della bottiglia e tutti gli altri "cazzi e mazzi" che ci girano intorno.
Forse solo così uno riesce ad essere libero da tutto e a gustare fino in fondo tutti i sapori e le emozioni del vino…


Marco.