venerdì 31 agosto 2012

Biscotti con il burro di arachidi

in attesa di domani per testare il mio nuovo Kitchenaid, mi sollazzo a postare ricette già preparate e documentate senza il dovuto ausilio....

Tempo fa assieme a un giornale per la casa, non ricordo bene quale, ma ricordo preso proprio per l'allegato, c'era un libricino con alcune ricette di Laurel Evans

Tra le varie ricette proposte c'era quella dei biscotti al burro di arachidi che mi ha sempre incuriosito, in parte perchè di fatto il burro di arachidi non mi piace, ma dovevo scoprire come rendeva in preparazione, visto che un'intera popolazione lo mette ovunque come il classico cacio sui maccheroni.

Il burro non lo ho preparato in casa, per quanto ovunque io legga che è nettamente migliore (come tute le cose fatte in casa?!) ma lo ho trovato nel banco frigo di una grande supermercato in versione crunchy ovvero coi pezzettoni.

Ribadisco che non mi piace al gusto da solo, ma forse la gravidanza mi fa vneire strane voglie e ho voluto provarlo in questi biscotti.
Devo ammettere che la tendenza dolce e salata al contempo del biscotto in sè mi ha conquistata e credo che li rifarò quanto prima.

Quel fine settimana che li ho provati c'erano i figli di mio marito che se li sono mangiati mooolto golosamente, e devo ammettere che qualcuno me lo sono sgranocchiato pure ioperchè erano davvero buoni: mi devo ricredere sul burro di arachidi!

La ricetta si trova nei libri di Laurel che oltre a esser molto istruttivi culinariamente e altemento dettagliati sono anche molto istruttivi sulla cultura media dei ragazzi a scuola e della loro diffusa cattiva educazione alimentare.
Laurel forse con grandi sacrifici da piccola è riuscita a vivere in una famiglia che credeva nel cibo sano e preparato in casa. I suoi racconti sono molto divertenti ma non credo che la sua infanzia scolastica sia sempre stata rose e fiori, anche che col senno di poi lei si dimostra molto felice degli anni passati a mangiare i cibi sani preparati dai genitori.

Spesso l'ignoranza dei ragazzi è fonte di enorme perfidia, e altrettnato spesso pensando di creare semplici scherzi i ragazzi sono capaci di grandissimi traumi.

E' la sua prima ricetta che provo ma mi sa che quel libro e gli altri che mi prenderò, saranno fonte di molti tentativi:

100 gr burro
130 gr burro d'arachidi
160 gr farina 00
150 zucchero di canna (la maestra utilizza lo zucchero scuro che non sono riuscita a trovare/fare in quanto richiede la melassa che non trovo)
1 uovo
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
1/4 cucchiaino di bicarbonato di sodio
pizzico di sale
facoltativo: 75 gr arachidi salate e tostate, 100 gr gocce di cioccolato

Mescolare i due burri a temperatura ambiente finchè non diventano spumosi (avessi a vuto il mio robot qualche giorno fa mi evitavo un crampo al braccio), aggiungere lìuovo intero, lo zucchero e poi la farina con lievito e bicarbonato.
Dividere l'impasto in due e una delle due parti incorporarvi il cioccolato a pezzettini (beate uova di pasqua, sembrano non finire mai).

Disporre palline della dimensione di una pallina da golf sulla placca da forno tenendoli ben distanziati tra di loro:
il forno è preriscaldato a 175° e cucinare per 80 minuti

(io ho un forno da 90 per cui la placca è grandicella)



 schiacciarli con una forchetta nelle due direzioni diagonali

biscotti al burro di arachidi con cioccolato

biscotti al burro di arachidi al naturale

ricordarsi tenrli ben distanti (mi raccomando), i miei si erano espansi talemtne tanto che me li sono ritrovati praticamente uniti, non c'è nulla di male perchè non preclude la bontà, ma solo l'estetica







giovedì 30 agosto 2012

Viva la mamma

La mia mammina (fa molto piccolo Lord) mi ha fatto un bellissimo regalo, io non me lo sarei potuta permettere in questo periodo ma Lei ci ha pensato su, e mi ha fatto un presente per la mia gravidanza. 
Per scaramanzia non mi sta regalando nulla per il pancione e nemmeno per me, ma a questo nemmeno Lei ha saputo resistere... in fin dei conti è sempre un regalo utile che posso usare anche dopo il parto: anzi di sicuro lo sfrutterò al meglio dopo!

Ha voluto trovarmi un valido aiuto in cucina e poi proprio del classico colore rosso:


La foto è ovviamente presa da internet ma al momento, questo robot fa la sua bella mostra sul piano della cucina a fianco della macchina del pane e quella del caffè.

Lo ha ricevuto mio marito ieri nel pomeriggio e mi ha avvisato subito, solo che perfido e subdolo come pochi, appena ho finito il lavoro e già mi pregustavo una prova di utilizzo, mi ha obbligato ad andare al parco con il cagnolone con la scusa che mi fa bene camminare... Cattivone lui!


Comfort Food - Seppie in umido

Sono giorni che passo per il mercato, a Mestre c'è ogni giorno se si intende quello alimentare. In pratica che una parte di un piazzale, ristrutturato anni fa è stato adibito a zona mercato, dove i banchetti ogni giorno hanno frutta e verdura fresche, la carne e il pesce. Ogni giorno che passo il pesce mi guarda con occhio sempre più smorto, forse anche lui ha caldo... 

Stranemente oggi al mercato c'era bel pesce, ma sta di fatto che ho trovato queste bellissime seppioline. La loro morte sarebbero alla griglia, ma avevo voglia di un piatto godurioso e succulento, e poi a mio marito piacciono tanto in umido coi piselli.... e io se posso lo accontento!

Le seppie in tocio, come si dice da noi, per me sono una specie di comfort food. Mi riportano alla mia infanzia quando con i nonni materni di domenica si andava a mangiare fuori e ogni volta mio padre proponeva un posto nuovo, ma quansi sempre erano ristoranti di pesce. 

Il conmfort food è un concetto americano che viene dal marketing, ma ognuno di noi ne trae il significato che più gli aggrada e la funziona che più necessita. 
Per me è un rifugio di pace e tranquillità, quando voglio scappare dalla monotonia o dalla frenesia delle mie giornate. A volte è un dolcino comprato in pasticceria altre invece è uno sfogo vero e proprio e in questo caso  preparto tutto dalle materie prime.
E siccome non so mai dare una definzione certa e oggettiva, a volte mi piace che sia solo per me e altre invece mi piace poterlo condividere con amici o parenti a seconda dell'occasione che scaturisce la necessità di conforto.

Ho sfidato il fermo pesca e sle ho comprate!
Avrei preferito farle con il sugo nero ma al marito non piacciono tantissimo per cui ho dovuto ripiegare su qualcosa che fosse una sorta di compromesso, tenendo da parte il nero per altre  preparazioni.

Il pesce in umido è una preparazione che richiede cura, amore e molto tempo. Non è il pesce pulito che metti sulla griglia al momento giusto con i condimenti giusti, nulla a cui togliere, ma noi nordici siamo per le cotture lente, che bisogna mescoare spesso e magari da accompagnare con una porzione di polenta.

Si prendono le seppie, si può scegliere se quelle gigantesche e poi farle a pezzi oppure quelle più piccine e lasciarle intere, si mondano per ben, levando la pelle, gli interni e facendo attenzione a non rompere i sacchetti del nero (si posso riutilizzare in una pasta se non si fanno le seppie al nero) e si leva l'osso (quando ero piccola mia nonna lo dava ai canarini).


In una teglia di fa un soffritto con cipolla o scalogno e aglio, da lasciare o levare a vostra scelta. Io la cipolla la lascio e l'aglio lo levo, olio sale e un po' di peperoncino magari fresco vista la bella stagione.

Quando le cipolle si sono imbiondite si versano le seppie a pezzi o intere, i piselli


e si scalda un pochino sfumando con un bicchiere di vino bianco buono, e infine si aggiunge il pomodoro.


(La passata o i pelati li uso solo in inverno, d'estate fate lo sforzo di tagliare un po' di pomodori e usarli freschi, il risultato è decisamente diverso).


Si lascia cucinare a fuoco lento, meglio se in un pentola di coccio con coperchio, se serve si aggiunge un po' di acqua.

A noi piace mangiarle con la polenta, solo che io da brava veneziana la vorrei bianca mentre mio marito da bravo padovano la vuole gialla... e allora, per par condicio ho sempre in casa quella di storo che addirittura è rossiccia... ma è la fine del mondo.

mercoledì 29 agosto 2012

Brioches mattutine - il lievito madre declinato in dolce

Durante le mie due settimane di ferie, secondo qualcuno non meritate in quanto appena assunta, peccato lavori in quell'ufficio da oltre 5 anni... per cui assunta o meno direi più che meritate...
Dicevo, in questo periodo di pseudo riposo mi son dedicata alla cucina e avevo voglia di utilizzare al meglio la mia pasta madre.
Era un bel po' che volevo provare a fare un impasto dolce ma non mi fidavo, in quanto se anche il pane mi viene duro al limite lo posso biscottare, ma se mi vengono dure delle brioches posso solo che buttarle, per cui ho voluto aspettare fino a quando davvero non ritenessi che la mia p.m. fosse davvero efficiente.

Spulciando nel web, non ho libri così particolareggiati, e dovrò di sicuro rimediare, ho trovato questo blog
dove mi sembrava ci fosse la ricetta più semplice di tutte e con la migliore riuscita a vedere dalle sue foto.

Avevo voglia di una coccola dolce, anche se la mia attuale glicemia non me la può concedere, direi che un piccolo strappo alla regola potevo però dedicarmelo.
Mi dicono che questa glicemia mi durerà solo per i mesi della gravidanza, e visto che non ho mai avuto alcun genere di problema, nemmeno le solite nausee, direi che un po' di dieta posso anche tollerarla, anche perchè mi serve a smaltire un po' dei miei tanti chili di troppo.
Avevo voglia di profumo di dolce caldo, e devo dire che alla fine il profumo sembrava quello delle brioches siciliane che mi piacciono tanto.
Per andar sul sicuro ho rinfrescato la pasta madre nel pomeriggio del giorno prima con la solita acuq a e farina, mentre la sera la ho rinfrescata come da ricetta suggerita e seguita scrupolosamente, che riporto per comodità subito dopo gli ingredienti.

Ingredienti: 
  • 250 g di pasta madre rinfrescata
  • 250 g di farina manitoba (Antico Molino Rosso)
  • 250 g di farina 00 (io ho utilizzato quella apposita speciale per dolci dell'Antico Molino Rosso)
  • 180 g di zucchero
  • 2 uova
  • 80 g di burro
  • 200 cl di latte
  • nutella o marmellata per riempire i cornetti
Rinfrescare la pasta madre con il latte tiepido, io non avevo un'impastatrice, e non ho tutt'ora (anche perchè quella che per capriccio mi piace costa davvero molto per le mie finanze attuali), ma ho lievemente modificato le operazioni di impasto.
Dopo aver diluito la pasta madre con il latte ho incorporato le uova. lo zucchero e il burro a temperatura ambiente, (visto il caldo che c'era vi assicuro che era ultra morbido), impastando per oltre 15 minuti, visto che lavoravo di braccia. 
L'impato è risultato molto elastico e morbido. 
Dopo 3 ore vedevo già la crescita e le bolle di lievitazione, e ho iniziato a stenderlo senza tirare troppo per non rompere le bolle, fino ad ottenere uno spesso di circa mezzo centimetro.

Ho cercato di stenderlo con una forma rettangolare e di tagliare i classici triangoli che ho farcito metà con nutella e metà con marmellata che avevo in frigo (quella alle scorze d'arancio e fiori di sambuco dell'Ikea, so che sembra brutto utilizzare prodotti di larga distribuzione ma a me piace molto) per poi arrotolarli fino ad ottenere una teglia così:


Ho crcato di tenerli parecchio separati perchè crescono molto dopo la lievitazione.
Tutto questo è successo alle 8 circa di sera, prima di cenare, e li ho lasciati riposare tutta la notte fino alle 7 della mattina dopo in forno al riparo.

La cottura è avvenuta in forno preriscaldato a 175 gradi con il solito pentolino di acqua che a me fa tanto comodo per almeno 15 minuti, e siccome il mio forno è stramdo ho dovuto accendere il grill per dargli il colora dorato superiore.

brioches alla marmellata
brioches alla nutella

Devo ammettere che per i miei gusti erano un po' troppo dolci, ma va a gusti di ogni singolo avventore e ingordo, erano soffici e allo stesso tempo corpose. 

Direi esperimento riuscito!

martedì 28 agosto 2012

un raccolto felice - zucchine sottolio

L'orto di un amico di un'amica quest'anno ha fruttato particolarmente bene, forse visto il pollice verde di mio marito, potrei piantargli qualche pianta alimentare anche nel nostro terrazzo se queste sono le rese...

La mia amica una sera mi chiama dicendomi, ho tanta verdura fresca e non riesco a mangiarla tutta, ne vuoi un po'?

Ovviamente sono uscita da casa sua con due sacchi enormi della spesa... c'erano pomodori rossi rossi, peperoni carnosi, dei cetrioli lunghi e stretti, e una marea di zucchine.

Queste non riuscivo a smaltirle, saranno state almeno 3 kg, e tra darle al figlio peloso o friggerle per il marito, ero stanca di vederle, e siccome erano ancora fresche e croccanti, ho deciso di conservarle per quest'inverno.

Sfogliando il libro di famiglia delle ricette a lunga conservazione "sotto vetro" ho trovato una ricetta facilissima per queste zucchine:



tagliare le zucchine ed eventualmente levare le parti coi semi (in questo caso quasi assenti)
aceto
olio 
sale
pepe
spezie a piacere

Tagliare le zucchine a pezzettini e versarle nella pentola quando già bolla un mix di metà acqua e metà aceto (io ho messo quello bianco) e lasciare bollire dopo la ripresa del bollore per almeno 2 o 3 minuti.

Scolare e lasciare asciugare per almeno 12 ore.

Quando sono ben sgocciolate condirle con sale, pepe, o altre a piacimento.
Io ne ho preparate alcune miste, 
con sale, pepe, aglio e peperoncino
con sale, pepe e maggiorana fresca del mio terrazzo,
con sale. pepe e basilico fresco del mio terrazzo
con sale e pepe e basta che allergici vari.




Alla fine si fanno bollire i vasetti incoperchiati per almno 20 min (sono i bormioli piccoli) e poi si aspetta che facciano il solito rumore del sottovuoto nel tappo ben coperti al calduccio di una coperta.

lunedì 27 agosto 2012

il mio test di gravidanza ovvero una Cheesecake dolce salata

E' un periodo strano, mi fanno impazzire le cheesecake ma non riesco a digerirle a causa della gravidanza: tempo fa ne ho preparato una di prova dolce/salata e sono stata malissimo, fatto più che strano perchè ha fatto male solo a me: c'era qualcosa che non andava, per cui col senno di poi è diventata il mio test di gravidanza. Questa intuizione mi è venuta dal fatto che una settimana prima ne avevo preparata una con il Philadelpia e le scaglie di cioccolato e ha sortito il medesimo effetto...

Questa Cheesecake è stata preparata con il quark invece del solito Philadelpia e devo dire che non è stata una cattiva esperienza, anzi potrei definirlo un degno sostituto.

E' un dolce che mi è sempre piaciuto, sia in estate che in inverno, è facile da preparare e basta solo sbizzarrirsi con gli ingredienti.

Per la base ho utilizzato i soliti biscotti digestive che a mio parere sono i migliori, se proprio non devo fare io la frolla e allora il discorso cambia, diciamo che sono i migliori tra i biscotti secchi in circolazione da utilizzare in questi casi. Non sono troppo burrosi e hanno un buon sapore, inoltre assorbono molto bene il burro una volta sbriciolati.

Per il ripieno ho creato un accostamento strano e insieme al quark e allo zuchero ho aggiunto un po' di formaggio grana, forse dettata dell'ispirazione o dall'inconscienza, ma mi piaceva l'idea del salatino di parmigiano con i fichi dolci che avrei messo a compertura sopra in seguito.


150 grammi di biscotti Digestive
100 grammi di burro
2 uova
150 grammi zucchero
500 grammi di formaggio quark (io ho fatto 400 quark e 100 parmigiano reggiano)
composta di fichi 

Si procede al solito modo, frantumando i biscotti e poi mescolandoli con il burro a temperatura ambiente, a me non piace che sia sciolto o si assorbe troppo, invece tenendolo morbido compatta il composto ma non lo fa sembrare un mattone.
Ho utilizzato una teglia di metallo con il bordo che si sgancia, con un diametro da 28 cm, dopo averci messo l'impasto  dei biscotti ho lasciato riposare 30 minuti in frigo perchè si rapprendesse.
In una ciotola ho mescolato i formaggi con zucchero e uova, e ho poi versato sul fondo dei biscotti nella teglia.
Sopra ho adagiato un po' di fichi in composta che mi ero preparata l'anno passato.
Il forno era preriscaldato a 180 gradi e la torta si è cotta per 40 minuti.

Il sapore era ottimo e solo a pensarci mi viene l'acquolina in bocca, ma mi sa che dovrò aspettare ancora qualche mese per poter mangiare ancora un podi cheesecake....

giovedì 9 agosto 2012

Moscato di Loazzolo - Doc - Vendemmia Tardiva - 1993

Qualche tempo fa son stata in montagna nel mio paesello a trovare gli amici. Parlando e chiacchierando con il mio amico Riccardo mi è arrivata in omaggio una bottiglia di questa meravigliosa ambrosia: non c'è altro modo di definirlo!!! Ossia me la ha regalata, e credo che mai dono abbia dato luogo a una scoperta così meravigliosa...

Bottiglia prodotta da Borgo Maragliano, non ho foto purtroppo in quanto la bottiglia è stata buttata prima che me ne rendessi conto!!!

A parte il fatto che io adoro tutti i vini aromatici ma questo rasenta quasi la goduria...

E' prodotto in un piccolissimo comune, Loazzolo appunto, in provincia di Asti (partia del moscato), se non ricordo male dovrebbe esser anche la Doc più piccola in Italia a livello di estensione superficiale.

Prodotto di sole uve Moscato Bianco.

  • colore: giallo dorato brillante.
  • odore: complesso, intenso, sentori di frutta candita e note di agrumi, miele, vaniglia e muschio.
  • sapore: dolce, abbastanza fresco, caratteristico con lieve aroma di moscato.
E' un vino molto particolare, si sente nettamente un lieve aroma di muffa che non infastidisce assolutamente e vi assicuro che mi sono imbalsamata.

Mi son presa della pasticceria secca, biscottini e pasticcini per poterlo accompagnare, ma l'assaggio più bello è stato in purezza...

Studiando in giro ho scoperto un link molto interessante che vi ripropongo, se caso mai voleste scoprire l'aspetto tecnico di questo vino, in alternativa se lo trovate e fate un po' di musina, il mio unico consiglio è: compratelo.

mercoledì 8 agosto 2012

Torta al cocco

Ieri sera non avevo puntato la sveglia, sapendo bene che oggi non mi sarei dovuta svegliare presto per andare in ufficio, ma visto che il diavolo fa le pentole e non i coperchi... mi sono sveglita alla mia solita ora!

Il mio diavolo sono i calci del mio pancione che inizia a crescere....

Sta di fatto che erano le 7 e non sapevo che fare, dopo aver steso la lavatrice, messo fuori il cane e datogli da mangiare, preparato l'impasto per il pane, mi son messa a fare una torta.

Avevo circa 5 etti di farina di cocco e ho voluto sperimentare questa novità:

500 gr di farina di cocco.

5 cucchiai di farina o di maizena

4 uova

300 gr di zucchero

latte quanto basta ad ammorbidire e fluidificare l'impasto

Presiscaldare il forno a 180° e miscelare tutti gli ingredienti assieme, quando il forno è caldo versare nello stampo o nella teglia e infornare per 40 minuti.

Bhè, morbida, soffice con il profumo del cocco che girava per casa, ne ho assaggiato subito una fetta ancora caldina: la fine del mondo.

fine settimana del riclico - tart tatin di pesche



Si si, ok, lo scorso fine settimana ho cucinato come una pazza e il caldo di certo non aiutava visto che il forno ha prodotto per quansi 4 ore dolci e salati...

Ingredienti

4-5 pesche tagliate finemente (io ne ho usate 7 perchè erano piccine e raggrinzite)

60 gr di zucchero di cana
 175 g di farina bianca
5 gr di lievito chimico
4 gr di bicarbonato di sodio
4 gr di sale
75 grammi di burro di cui un po' da sciogliere nella teglia per le pesche
200 gr di zucchero semolato
2 uova grandi intere
125 gr di latticello (se non lo trovate fate: metà latte e metà yogurt magro)

Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Quando il forno è caldo infornare la teglia con un po' di burro e lasciarlo sciogliere.
Nel frattempo pulire e tagliare le pesche.
Levare la teglia da forno e cospargere sul burro sciolto lo zucchero di canna.
Lasciare riposare.
In una ciotola mescolare gli ingredienti: montare il restante burro conn lo zucchero, quando il composto è spumoso, versare le uova, la farina, lievito sale e bicarbonato. Infine incorporare il latticello.
Versare sulle pesche e infornare per almeno 40 minuti.

Quando è cotta, levare dal forno, far raffreddare e poi capovolgere.

La mia è venuta molto scura perchè ho usato lo zucchero grezzo mascobado.

martedì 7 agosto 2012

fine settimana del riciclo - gnocchi di pane

Come al solito mi ritrovo con chili e chili di pane secco, intonso e non mi va di gettarlo, non avendo animali che lo mangino in qualche modo devo pur riutilizzarlo.
In montagna, nel mio paesello, si usa fare gli gnocchi di pane che sono di una semplicità unica e riscuotono sempre un grande successo.

Non conosco assolutamente le dosi in quanto è una vita che li preparo a occhioma ripeto che non sono affatto difficili:

Si prende il pane raffermo e di fa a pezzettini, preferibilmente cercando di non farne pan grattato, ma cubetti di circa 1 o 2 cm.
Di solito io prendo un mezzo kilo di pane secco a volta, e lo irroro dopo averlo spezzettato da circa un litro di latte caldo.
Lascio riposare tutta la notte e la mattina dopo inizio a lavorare l'impasto.
Si aggiunge un po' di sale, formaggio grattuggiato (che può essere il parmigiano ma anche i fondi di formaggio che avete in frigorifero), pepe macinato fresco.
A questo impasto di aggiungono in media 2 uova intere di grandezza media e si lascia riposare un'oretta in un luogo fresco così non ci becchiamo la salmonella....

A questo punto è questione di iniziare a fare gli gnocchi, di solito prendo l'impasto da una parte e un piatto di farina dall'altra, mi metto vicino ai fornelli e inizio a crearli.
Prendo due ccuchiaini da tè, e gioco come se fossero quenelle, lasciandoli cadere uno alla volta sulla farina.
Qui inizia un problema, l'impasto sarà molto umido ma si solidifica in cottura, per cui la farina la metto solo all'esterno per non appicciare troppo uno gnocco all'altro.
Ci sarà un bel pentolone di acqua bollente e salata e si caleranno gli gnocchi un po' alla volta. 
Quando galleggiano sono pronti (come gli gnocchi normali).





Si possono condire come si vuole, a volte li condisco col ragout e basta se li faccio come piatto unico, oppure a piacimento: in montagna li prepariamo con la ricotta afumicata grattugiata e il burro caldo sopra.



lunedì 6 agosto 2012

fine settimana del riciclo - Banana Bread






Il secondo riciclo è stato eliminare delle banane che brutte era dire poco, in pratica erano tra il marrone e il nero, ma dentro erano ancora sane e sode.
 

Cercando tra i miei ricordi mi son passate in mente immagini di tarte tatin e di plum-cake e ho optato per il secondo:


Ingredienti

 450 g di banane (dalle 3 alle 4 a seconda delle dimensioni)

un po di succo di limone per non far annerire le banane

100 gr di burro 

120 gr di zucchero bianco

4 gr di bicarbonato

6 gr di lievito in polvere

200 gr di farina

2 uova

sale

E' facilissimo da prepare: si prendono le banane e si schiacciano con una forchetta fino a riidurle in poltiglia, che va bangata con il succo di un limone per non farle annerire, e si lasciano da parte coperte e al buio.
Nel frattempo si riscalda il forno a 180 gradi.
Poi in una bacinella si monta il burro con lo zucchero e quando il compost è ben spumoso si incorpora la farina con lievito, bicarbonato e uova, e solo alla fine le uova.
Inburrare una teglia da plum-cake e versare il composto che risulterà molto morbido.
Un oretta di cottura al limite controllando con il solito stuzzicadenti verso la fine per vedere se è il caso levarlo prima dal forno.
Risulta morbidissimo e leggerissimo malgrado la presenza delle banane che sono molto nutrienti.


mio marito il giardiniere

Mio marito si è recentemente scoperto dotato di un magnifico pollice verde, mentre il mio è sul verde marcio tendente all'insalubre il suo è proprio di un bel verde acceso e vivo, giustamente ci compensiamo nelle nostre piccole cose.
Il problema è che io compro le piante con la velleità di aver un bel terrazzo fiorito ma lui impientosito dalla fine che farebbero sotto le mie cure se le adotta, le nutre, le annaffia, ci parla, le pota e mette le strutture per farle venire su belle dritte.... Pensate che in un anno che io mi ero comprata una chicas non aveva dato segni di vita, la prende in affido per un 15 giorni e sta figlia di chicas fiorisce con un'intera corolla di foglie! Non potete capire l'affronto e l'offesa... sta di fatto che ho imparato a convivere con questo mio marciume radicale, di conseguenza le piante mi limito a comprarle e poi a piazzarle in terrazza sapendo che la fatina dei petali colorati di sicuro passa a prendersene cura!




E come se non bastasse a Dicembre mi ero comprata degli ellebori, anche note come rose d'inverno o rose da ghiaccio, che nella realtà sono queste:


Il fiore in questione è bianco e giallo con striature verdi, i miei sono verdi e basta.
Io tutta presa da immagini viste su alcune riviste, mi sono decisa a fare questo investimento, in quanto sono anche un po' costosine rispetto al resto delle piante in commercio, e me ne sono comprate 6.
Il salvatore delle piante è riuscito a salvarne 5 e le ha trapiantate proteggendole dalle mie malefatte sotto il suo mantello da supereroe verde facendole diventare:





Non vedo l'ora che sia dicembre per vederli di nuovo in fiore!






giovedì 2 agosto 2012

voglia di mandorle

E' da qualche giorno che per colazione mi concedo le briches con le mandorle, anche se non dovrei per la glicemia, ma la tentazione e la voglia sono troppo forti...

Giorni fa girovagando pe ril web mi sono imbattuta in una ricceta molto interessante... la torta Frangipane, in pratica è una crostata con pasta frolla e farcita con una crema/composto di mandorle.

La ricetta  è stata un po' modificata da quella di giallo zafferano, tuttavia devo ammettere che non è venuta malissimo.

Ingredienti

  • Burro   120 g
  • Farina di mandorle (io ho cercato quella bianca sena i residui delle pellicine marroni) 150 g (io sono stata generosa e ne ho messo 200 g ossia tutto il pacchetto che avevo)
  • Uova  2
  • Zucchero  120 g

e poi la pasta frolla, di cui non posto la ricetta perchè ognugno di noi ha la sua preferita

La parte diciamo più rognosa è montare il burro con lo zucchero, non avendo le fruste elettriche e nemmeno la planetaria... mi son dovuta accontentare della mia solita frusta e del mio braccio (sarà per quello che ora ho il torcicollo?).
Allora, montare il burro a temperatura ambiente (almeno 1 ora e mezza fuori dal frigo) con lo zucchero fino a farli diventare spumosi e morbidi, quando hanno raggiunto la giusta consistenza incorporare le uova uno alla volta sempre continuando a frustare e poi alla fine aggiungere la farina di mandorle, La farina di mandorle va incorporarta con il cucchiaio di legno.
Il risultato è una amalgama abbastanza fluida.
Foderare una teglia da forno a vostro piacimento, con o senza gancio, metallo o silicone, con la pasta frolla e poi farcire con la crema fluida ottenuta.
Io non sapevo se in casa sarebbe piaciuta per cui ho farcito con pezzetti di cioccolata fondente per metà e per metà con lamponi freschi.
Forno a 170 per circa 20 min.



Purtroppo la foto è stata fatta dopo che iniziassimo a mangiarla e rende malino l'idea, però era davvero molto buona: soffice, profumata e saporita.
La farina di mandorle la ha resa molto ricca e l'aggiunta del cioccolato fondente è stata una goduria, mentre i lamponi sono riusciti a smorzare con il loro acidulo il sapore molto intenso di base.