lunedì 2 giugno 2008

Il futuro del Brunello-Cabernello?

Proprio durante Vinitaly è scoppiato lo scandalo del Brunello di Montalcino, DOCG direi quasi mitica della Toscana, che ha subito un enorme danno d'immagine.
In pratica, alcuni produttori di Brunello, per sopperire alla grandissima richiesta del loro vino, hanno pensato bene di tagliarlo aggiungendo uve Cabernet: il Brunello da disciplinare prevede solo Sangiovese Grosso al 100%.
Il discoplinare prevede anche una resa massima per ettero.
Ad esempio: se un anno io produco di più del consentito dal disciplinare... il surplus o va "declassato" con denominazione DOC o addirittura IGT. Implica che se siamo una annata ottima.. potremo aver la fortuna di comprare un Brunello che però si chiama IGT Toscano di Sangiovese grosso... che costa meno ma è un Brunello in tutto e per tutto.... CERCATELO ^^

Il problema invece è quando accade l'inverso.... abbiamo un'annata discreta ma non raggiungiamo una quantità decente da commerciare: si è aggiunto altro tipo di vitigno per tagliare ed aumentare la resa !!!!

Nelle DOC vicine il Cabernet è ammesso nella produzione ma nel Brunello proprio no.
Il bello di esser in zona DOCG è che ti garantisce la produzione di vini di altissima qualità, per i consumatori ovvio, e grandi introiti, per i produttori ovvio.
Quando poi si ha una DOCG così di classe e pubblicizzata, c'è il risvolto della medaglia di dover sempre e costantemente mantenere gli standard....
Per cui, oltre alla qualità si deve mantenere elevata anche la quantità... che purtroppo non sempre hanno una accoppiata ideale!
Il problema è che spesso compriamo o esigiamo di comprare un vino perchè guardiamo l'etichetta, senza pensare che dietro c'è duro lavoro, spesso mal tempo, muffe, umidità, rese annuali basse... che di certo non garantiscono lo standard di quel vino stesso.
Di fatto il disciplinare prevede anche la quantità massima di produzione: ossia la resa per ettero. Se un anno le use rendono meno... si deve sopperire in altri modi se non si vuole produrre meno e non aggradere il mercato.
Sta di fatto che l'America (maggiore importatore di Brunello) ora ci ha limitato l'esportazione verso il loro paese, ossia, vogliono una certificazione di qualità che il vino contenuto, nelle bottiglie che comprano, sia Brunello di solo Sangiovese grosso, e non tagliato: i vari ambasciatori ora stanno discutendo e chissà che ne uscirà...
Nel frattempo, anche se negativa, il Brunello si è conquistato ancora pubblicità che di certo non ne bloccherà la produzione.
Il 13 maggio, grazie a Dio, il disciplinare è stato riconfermato: come dire buon cavallo non muore mai!!!
Ora speriamo che le nostre menti si adeguino e rispettino il disciplinare e il lavoro dei produttori.
E come sempre la Francia resta a guardare e ride sorniona dimenticando però, che pure loro ebbero dei bei tracolli in fattore enologico.
Nel lontano-vicino 1973, i produttori del bordolose, per far fronte alla domanda del mercato, iniziarono a tagliare i loro vini con aggiunte di vitigni vicini, non ammessi nel disciplinare (come è bello poter dire "corsi e ricorsi storici" grazie al buon vecchio Giambattista Vico).
Ora io dico: non chiamiamolo Cabernello come qualcuno ha osato appellarlo, a tutti capita di dover scendere a compromessi, basta sapere il danno a cui si va incontro e il motivo per cui lo si fa!
Credo che si debba esser coerenti con le nostre scelte: ora sappiamo che un disciplianre esiste e lo si deve rispettare.
Forse, e sottolineo forse, capiremo che non sempre dovremo pretendere di trovare una continua fornitura di vino pregiato, oltre che estremamente "buono", per cui sarà il caso di capire che se non lo troviamo è solo perchè quei produttori hanno voluto rispettare gli standard di qualità e sicurezza dettati del disciplinare.
E come chiosa finale, aggiungo un commento acido... perchè dobbiamo lasciare che gli americani decidano sulle nostre produzioni? Proprio loro che ci han regalato la Fillossera? Cioè, non gli è bastato regalarci questo enorme flagello e ora si permettono anche di giudicare la nostra quantità di produzione, costringendo i produttori a rispettare standard sempre più alti?

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