sabato 11 novembre 2017

san martino


E anche quest'anno siamo a san Martino, per me segna un po' l'inizio della stagione invernale, quando da piccola ai Morti veniva definitivamente chiusa la casa in montagna perchè superasse l'inverno freddo (non era ancora attrezzata per viverci in inverno, era solo una casa estiva o al massimo autunnale).
Iniziavano le corte giornate invernali, spesso con pioggia o nebbia, tipiche di Venezia.
San Martino spesso e volentieri regalava gli ultimi sprazzi di caldo con la sua breve estate.
Nel nord Europa questa data segna l'inizio dei festeggiamenti natalizi e l'inzio delle preparazioni fatte in casa per le ricorrenze, in Germania ad esempio costruiscono le lanterne.


Altra usanza tipica di San Martino oltre a quella già descritta, c'è anche quella di comprare (o preparare in casa) il biscotto di san Martino, composto proprio a forma di cavaliere a cavallo.
Spesso questo dolce è un medaglione di cotognata ma ai bimbi non sempre piace per cui si sopperisce al biscottone di frolla.



San Martin xe 'ndà in sofita
a trovar ea so' novissa
so' novissa no ghe gera
San Martin col cuło par tera
E col nostro sachetìn
cari signori xe San Martin.

il biscotto è di pasta frolla croccante non friabile, capace di sostenere il peso delle decorazioni, infatti di solito viene arricchito con glassa o cioccolato e sopra vanno sparsi confetti o caramelle:

200 gr di farina
150 gr di burro
100 gr di zucchero
mezza bacca di vaniglia: i semi
per la glassa
250/300 gr  di zucchero a velo
1 albume
qualche goccia di limone
cuocere in forno statico a 180° per 15-20 minuti

I bambini ricevono questo dono dai nonni o dai genitori o spesso e volentieri da entrambi, per cui ci si ritrova pieni di san Martino e si mangia per una settimana.

Il dolce ha la forma di San Martino a cavallo con la spada, e, se si viene a Venezia in quel periodo, qualsiasi panificio o pasticceria avrà in vetrina questi vassoi ricchi di colori con decori di glassa di zucchero oppure ricoperto di cioccolato fondente o al latte e guarnito con cioccolatini e caramelle.

mercoledì 4 ottobre 2017

caponata di melanzane in vaso cottura

Ovviamente non sarà mai come la vera caponata per cui non infierite oltre.
E' un piatto buono e onesto, nulla a che vedere con le fritture delle verdure e consimili.


E' anche comodo perchè una volta preparato ha il vantaggio della durata grazie al sottovuoto e il bello della sopresa perchè quando apri il vasetto esce il profumino dall'imboccatura di vetro per cui è anche scenografico.


Il bello è praticità unica, non sporchi tante cose, servi in tavola col vasetto e poi metti a lavare anche quasi pulito perchè tanto ci hai fatto la scarpetta.


La preparazione rasenta la facilità estrema: basta prendere gli ingredineti e metterli insieme.
Premetto che non friggo nulla prima per cui va di cottura al micro in purezza ma secondo me non perde per nulla, ovviamente come detto all'inizio non è la caponata classica.

Prendere una melanzana e tagliarla a pezzettini di circa 2 cm e invasare.

 

Passare al secondo ingrediente ossia dei filetti di acciuga e invasare,


Aggiungere olive di buona qualità e se le avete seonza osso tanto meglio, magari verdi e nere così si da maggiore varietà di gusti, io per comodità le ho prese dal frigo già con l'olio del vasetto.



Aggiungere due o 3 cucchiaiate di passata o di pezzettoni o di pomodorini ciliegino a vostro piacimento.

E' il momento anche delle mandorle, dei capperi sotto sale e se vi piace anche dei chicchi di uvetta. Io ho aggiunto anche dell'origano che avevo fresco di terrazza. Aggiungere 3 cucchiai da minestra di aceto. Pepaer al gusto, sale lo sconsiglio per via delle acciughe e dei capperi.




Chiudere e cucinare per una ventina di minuti al microonde.

lunedì 2 ottobre 2017

cake al limoncello e cioccolato






Cosa c'è di meglio di un dolcino fatto apposta per i propri amori? proprio per farli capire che li ami, che hai pensato a loro, che ti sei impegnato per renderli felici?

Poi in questo autunno scoppiato quasi all'improvviso tanto che nel giro di una settimana si è passati dal caldo torrido estivo al quasi freddino da golf  pesantuccio per ripararsi dai primi freddi mattutini.

Avevo deciso di inaugurare l'arrivo di ottobre con un buon dolce dal sapore estivo ma a mio marito e alla piccola di casa sembra non esser andato a genio...

Bhè forse una merendina confezionata faceva più effetto sui miei poteici familiari... ma a loro non piacciono le cose strane e forse l'incontro del cioccolato con il limone per loro è osare troppo, in realtà ai figli di mio marito è piaciuta moltissimo, infatti loro mi danno sempre soddisfazione per quanto riguarda i dolci!!!!

La torta invece è buona, delicata e saporita al tempo stesso.

Di solito abbino le arance con la cioccolata ma in questo periodo non le trovo di soddisfacenti per cui ho ripiegato sul limoncello e sulla scorza dei limoni che avevo usato nella produzione del suddetto, che come al solito non butto via niente e la avevo tritata con zucchero.

Io adoro fare il limoncello e infatti in freezer ne ho sempre una bottiglia, le scorzette poi le uso sempre nei dolci o nei biscotti perchè il loro sapore mi ricorda sempre la freschezza degli agrumi estivi che amo tano.

E' una torta facilissima da fare, e si cuoce in 40 minuti, resta morbida e umida, ha il sapore avvolgente del cioccolato ma la freschezza del limone.


cake al limoncello e cioccolato aromatizzato alle scorze di limone

250 gr di farina
50 gr di fecola di patate
250 gr di ricotta a me piace ancora quella di pecora
150 gr di zucchero a velo non aromatizzato
100 ml di limoncello
40 gr di olio di semi
3 uova 
1 bustina di lievito per dolci

una tavoletta di cioccolato fondente da spezzettare
la scorza di due limoni da tritare

come prima cosa accendere il forno a 180° e contemporaneamente tritare la cioccolata e ridurre anche la scorza di limone a polvere.

dicevo che è facile perchè basta mettere tutto insieme nel mixer o in un frullatore o anche nella planetaria con il coperchio paraschizzi e in 5 minuti è pronta, imburrare e infarinare una teglia da 24 cm, versare il composto che è abbastanza consistente, spargere sopra la cioccolata anche se grossolana e spolverare la polvere di bucce di limone.

infornare per 40 minuti circa

venerdì 29 settembre 2017

torta morbida alle noci





Dopo una torrida estate passata tra ghiaccioli del supermercato e gelati della boutique sotto casa sono finalmente riuscita a trovare il coraggio di affrontare il forno.
Da una parte c'era la difficoltà dei movimenti data dalle stampelle e in paarte proprio al troppo caldo, e allora non avevo voglia di far nulla se non vegetare sul divano sotto il clima.

Adoro il sapore delle noci. E' caldo e avvolgente, mi da sempre l'idea dell'ormai inglesizzato confort food.
Adoro le noci in questo periodo perchè sono quelle ancora "indeitro", crude, che bisogna levare anche la pellicina perchè è tanto amara e allora le unghie diventano nere, ma tanti sono i ricordi della mia fanciullezza che me le compro, me le curo e me le mangio di nascosto... il sapore del proibito!!!


Comunque sia avevo delle noci dell'inverno passato e ho voluto sfruttarle appena trovata questa ricetta.

200 gr di noci
100 gr di farina
50 gr di fecola
180 gr zucchero integrale
100 gr latte (io ho usato latticello che avevo avanzato)
50 gr di olio
3 uova
una bustina di lievito
un bicchierino di nocino

preriscaldare il forno a 180

come al solito prima si montano le uova con lo zucchero e poi si inseriscono le polveri (tra cui le noci tritate) e alla fine amalgamare olio latte e nocino,
Imburrare e infarinare uno stampo da 24 cm, versare il composto e infornare per 30 minuti circa.

Da una parte sciogliere una stecca di cioccolato, con una noce di burro e per diluire con un cucchiaio di panna acida e colarla sopra la torta, in alternativa si può spolverare un po' di zucchero a velo.

E' una torta mobida, umida e saporita.

mercoledì 27 settembre 2017

melanzane french fries

Semore parte delle famose melanzanine (ne avevo davvero troppo e per fortuna il mio frigo ha lo scomporto "fresco a lungo") ho deciso che un fritto ci poteva stare.
Non friggo spesso perchè so che non fa bene ma adoro le cose fritte, e una volta ogni tanto si può anche fare, giusto per levarsi lo sfizio.



La comodità di queste melanzane è che c'è pochissimo scarto, la scomodità è che sono piccole percui bisogna prepararne molte, perchè sono davverò una tirta l'altra.

Lavare e tagliarle a metà per il senso della lunghezza.
Preparare un pastella veloce con un uovo, una parte liquida, in questo caso avevo del latticello avanzato dalla preparazione di un burro, farina, sale e pepe.



Più semplice di così? friggerle in abbontante olio evo e mangiare ancora calde, dopo aver salato la superficie.



lunedì 25 settembre 2017

Coniglio in casseruola

E vuoi non ascoltare il tuo macellaio di fiducia che ti stra-consiglia il coniglio, che sto giro lo ha buonissimo, morbidissimo e che si scioglie in bocca?

Devo sempure superare l'ostacolo di non pensare a Bosco di Rovo o a Peter Coniglio e tanto meno al puapazzo preferito di mia figlia che appunto è un coniglio ormai liso e logoro, ma a volte ne vale proprio la pena.

Non si può assolutamente disattendere il suo consiglio anche perchè da sempre ottimi suggerimenti.

E allora coniglio fu!!!! 




In realtà ne ho comprato uno intero e metà lo messo in freezer per tempi migliori ma mi sa che a breve farò il bis.

Depezzare un coniglio, per noi 3 ne ho usato metà, interiora comprese, tanto a noi piacciono pure quelle, e mi raccomando se vi capitasse la testa non buttatela via perchè una volta spolpata è buona pure quella.

Messo a marinare una notte con sale, olio, un rivoletto di scorza di limone, pepe, alloro, rosmarino, maggiorana, uno scalognetto e uno spicchio di aglio tritati tutti assieme grossolanamente.

Aprire la busta (io ormai vivo con il sottovuoto e mi trovo benissimo pure per le marinate), adagiare i pezzi nella casseruola.
Aggiungere burro, olio, e vino bianco.





Coprire con la carta stagnola e poi con il coperchio e lasciare cucinare a fuoco bassissimo per un'oretta.

Il doppio coperchio in pratica fa da camera stagna che mantiene umidità durante la cottura senza asciugare le carni.



Forse questa volta avevo esagerato coi liquidi per cui ho risolto prendendone una parte e cucinando patate al forno..





giovedì 21 settembre 2017

granola di noci pecan



Adoro fare colazione seduta sul divano, con la tazza in mano e allora mi serve qualcosa che non sia raggiungibile dai cani.

La tazza di yogurt fatto in casa e la granola sono un'ottima soluzione.
Questa in realtà la mangio anche così spiluccando da quel vasetto ed è buonissima.



Ho scoperto le noci pecan grazie alla mia mania per la cucina straniera e curiosando nella cucina americana ho visto ricette con queste noci.

Sono noci particolari che oltre al costo non indifferente hanno una notevole percentuale di calorie, composte da proteine (7%), fibra alimentare (7%), grassi saturi (7%), grassi polinsaturi (18%), grassi monoinsaturi (42%) minerali e vitamine: magnesio e manganese, potassio, fosforo, calcio, ferro, zinco, rame, selenio, tiamina, vitamina E, vitamina A, vitamina B e vitamina C.

La notevole quantità di grassi polinsaturi le rendono un magnifico anti ossidante naturale.

Sta di fatto che mia figlia ne mangia a manciate e me le chiede spesso…


Granola di noci Pecan


150 gr di fiocchi di avena integrale
200 gr tra noci pecan, noci normali e nocciole
50 gr tra semi di zucca e girasole

1 cucchiaino da caffè di cannella
1 cucchiaino da caffè di noce moscata
1 cucchiaino da te di sale (io ho usato quello dolce di Cervia)
60 gr di zucchero grezzo (io ho usato il muscobado)
60 gr di miele
180 gr di sciroppo di acero
250 gr di olio di cocco o di noce (comunque un olio dolce e poco aromatico)
Un bicchierino di rhum

Accendere il forno a 180 gradi ventilato oppure poi si cucinerà in fessura

Mescolare prima le parti secche, per mia comodità io ho preferito pestare al mortaio le noci e le nocciole grossolanamente.


















 


















In una ciotola mescolare spezie, zucchero, sale e liquidi. Aggiungere il composto alle “polveri” si fa per dire e mescolare fino a una completa distribuzione  del composto stesso.


 


















Stendere un foglio di carta da forno e adagiare sopra l’impasto, infornare per un periodo che va da 10 a 15 minuti a seconda del vostro forno.

Tirare fuori, aspettare che si freddi e procedere a sgranarla oppure se preferite si possono ricavare delle gustose barrette.











sabato 16 settembre 2017

involtini di melanzane in vaso cottura




Silvia vuoi le melanzanine?  Si mamma grazie.

E ne arrivarono 4 kili e mezzo....

Mamma al mercato ha colpito ancora, il problema non è i kili in sè di prodotto ma il tempo impiegato a lavare le melanzane e a prepararle... ma erano buonissime e ne valeva la pena.

Per melanzanine noi (mamma e io) intendiamo quelle lunghe e strette tipo sigari, a volte potrebbero sembrare fatte in economia ma sono davvero buone e senza semi, a volte si possono anche friggere in padella e mangiarle così calde calde e salate.

Le ho preparate quasi tutte in vaso cottura tranne un kiletto che ho semplicemente saltato in padella con olio e aglio.

Prendere le melanzane, tagliarle a metà per la lunghezza cercando di non incidere fino alla fine la melanzana in modo da poterla aprire e poterla sfruttare nella sua lunghezza fino ad appiattirla.

Questa volta non ho salato in quanto, non dovendo aggiungere acqua in cottura, mi serviva che fossero umide e rilasciassero acqua.

Appiattire le melanzane, pepare e spolverare con un po' di formaggio grattuggiato saporito, per cui se piace va benissimo il pecorino, piuttosto che un piave stravecchio, oppure anche un erborinato se piace, basta che sia saporito per bilanciare i gusti.


Ho aggiunto dei pomodorini ciliagino bucherellati in modo che anche loro in cottura rilasciassero liquidi e dei capperi, questa volta li avevo solo sott'aceto ma preferisco quelli salati.

Fare finta di adagiare in modo decorativo gli involtini nel vaso aggiungendo un filo di olio sopra, se piace si può mettere delll'origano, oppure della menta, o del timo, quello che più vi piace.

Spolverare con dell'alro formaggio sopra.

Cucinare in forno micronde per 10 minuti a 800 w.

giovedì 14 settembre 2017

risi e bisi



E' una delle ricette tipiche della tavole veneziane, ogni famiglia la fa a modo suo e spesso è a occhio.
Questa famosissima ricetta è facilissima da fare ma la cosa più importante è che ci siano i piselli freschi e dolci e per niente farinosi.



E' la ricetta che per antonomasia il 25 aprile è sulle tavole veneziane: è il piatto che noi tutti mangiamo per San Marco, che mentre per il resto d'Italia rappresenta la festa della liberazione, per noi è la festa del nsotro patrono nonchè del boccolo, in pratica un secondo san Valentino.

Durante la Serenissima eniva organizzata una processione in piazza san Marco, al giorno d'oggi ci limitiamo all'alza bandiera davanti alla basilica.

Tradizione centenaria vuole che il 25 aprile a Venezia, festa di san Marco (che dal dopoguerra casualmente coincide con la festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo), a fidanzate e mogli venga offerto un bocciolo (in veneto bòcolo) di rosa rossa, in segno d'amore.
L'usanza nasce dalla leggenda di Maria, figlia del Doge, che si innamorò ricambiata del giovane Tancredi. Il sentimento dei due giovani era osteggiato dal padre di Maria, che non avrebbe permesso un tale matrimonio.
Maria chiese a Tancredi di andare a combattere contro gli arabi in Spagna con l'esercito di Carlo Magno, per guadagnare fama: il padre così non avrebbe più potuto opporsi al loro amore. Tancredi partì e si coprì di gloria in guerra.
Un triste giorno arrivarono a Venezia cavalieri francesi guidati dal famoso Orlando, eroe della battaglia del 778 a Roncisvalle. Cercarono di Maria e le annunziarono la morte di Tancredi. Colpito dal nemico, era caduto sanguinante sopra un rosaio. Prima di spirare, aveva colto un fiore e pregato l'amico Orlando di portarlo a Venezia alla sua amata Maria.
Maria prese la rosa tinta ancora del sangue del suo Tancredi e restò muta nel suo dolore. Il giorno dopo, festa di san Marco, fu trovata morta con l'insanguinato fiore sul cuore.

Da quella volta il bocciolo di rosa viene offerto alle donne nel giorno di san Marco quale simbolo d'amore vero, imperituro

Per 4 persone mediamente

500 gr di piselli freschi
350 gr di riso Carnaroli
(eventuali modifiche dell'entroterra 200 gr di salsiccia o di prosciutto cotto)
cipolla bianca
olio evo
brodo di verdure 
formaggio grattuggiato

La preparazione è quella di un normale risotto.
Si parte soffriggendo la cipolla in poco olio di oliva fino a farla imbiondire, e se si ha la fortuna di trovare la salsiccia grassa trevisana che praticamente era un battuto di lardo tanto di guadagnato per il soffritto di cipolla)

per capirci ho cercato una foto da internet e la ho trovata.
La differenza è data dalla diversa composizione rispetto alle altre salsiccie che si trovano in commercio, infatti contiene una maggiore componente grassa derivante dalle carni del collo e del guanciale

Si devono pulire i piselli senza avere la tentazione di mangiarli durante la sgranatura, se sono buoni è ben difficile trattenersi.

Mia nonna che aveva vissuto due guerre non buttava via nulla e i bacelli dei piselli li bolliva facendone un brodo vegetale che utilizzava durante la cottura del riso.
I bacelli poi li aggiungeva al minestrone, ma questa è un'altra storia.
Tornando alla nostra ricetta, dopo aver soffritto la cipolla si aggiunge il riso e si fa tostare, poi si aggiungono i piselli con un po' di acqua di cottura e ogni volta che l'acqua precedente è incorporata se ne aggiunge di nuova fino alla cottura del riso che va ALL'ONDA non fisso, in pratica è poco più fisso di una minestra.


lunedì 11 settembre 2017

saor a non finire - melanzane

Come dicevo qualche giorno il freezer rotto aveva fornito materiale per parecchi pasti, e allora per non piangere poco ho tagliato moooolte cipolle, almeno se piagno... piango per una giusta causa.




Tanto più che le cipolle me le taglia in roboto da cucina per cui le lacrime versate sono in parte di coccodrillo perchè ci sono solo quando apro il robot per svuotarlo e metterle a cucinare.

In sè il piatto non è difficile, è solo questione di assemblare bene le cose e dosare i gusti.
In questo non ho messo nè uvette o pinoli come invece faccio per quello di pesce, ma ho assemblato gli strati come si suol dire in "purezza".

Ho utilizzato le melanzane alla griglia perchè in estate mi piace mangiare leggero anche se secondo me è meglio preparle fritte in questo modo resterebbero più morbide.

O si utilizzano le melanzane grigliate surgelate, (ovviamente scongelate) ma io ho utilizzato quelle fresche e le ho tagliate a rondelle, poi le ho salate e le ho lasciate e sgocciolare qualche ora.

Ho iniziato a grigliarle in una bistecchiera in ghisa bella rovente e poi ho stratificato con le cipolle cotte con aceto bianco.

Pronte da mangiare dopo 3 o 4 giorni non prima.

Nulla di più semplice!!!!

lunedì 4 settembre 2017

Sarde in Saor - ricetta di casa Moretto

Ok c'è il fermo pesca, ok le sarde costano quanto i branzini ma quando arriva l'estate, poter aprire il frigo e trovare i piatti già pronti è una manna dal cielo anche se in realtà per questi piatti si lavora mezza giornata....




Il saor è un piatto tipico della cucina veneziana, derivante dalle ricette che i veneziani si sono appropriati nel corso degli anni dai popoli con cui sono venuti a contatto.
Questo tipo di marinatura del cibo cotto ci arriva dal ghetto e in particolar modo dalla cucina ebraica ponentina.
Al giorno  d'oggi ormai prepariamo in saor qualsiasi cosa anche se una volta c'erano o le sarde o i passarini (pesce tipo sogliola ma molto piccoli e particolarmente dolci).
Io personamente ho provato con radiccio trevisiano, zucca, melanzane sia alla griglia che fritte, straccetti di pollo, carne lessa avanzata, e tutte queste combinazioni mi hanno soddisfatto pienamente.

Questo tipo di preparazione è tipica della cena della festa del Redentore tanto cara ai veneziani in quanto è una delle feste che possiamo sentire ancora nostre anche se in realtà sta diventando parte del turismo di massa per cui ci troveremo a festeggiare solo la Madonna della Salute.

Andrebbero servite con una bella fetta di polenta (bianca mi raccomando) in una parte del piatto.
La ricetta è una semplice riadattamento apportato dalla mia nonna cuoca, che odiava vedere il cibo rovinato nel piatto quando serviva agli stranieri che spesso rovinavano il pesce non sapendolo pulire da cotto.
Trovando tutto pulito, deliscato, eviscerato si mangia direttamente con la forchetta, (anche s eio a volte da piccola mi mangiavo qualche sarda nei pani comuni che spesso si trovavano nei nostri forni, i famosi casarecci).

Per il saor classico si procede così



Compare le sarde pulirle delle interiora e della testa, infarinarle e friggerle.



 La ricetta di casa Moretto prevede di levare la testa e aprirle levando anche la lisca centrale, infarinarle e friggerle in abbondante olio (noi usiamo EVO).



 dopo la frittura delle sarde una volta si friggevano le cipolle nel medesimo olio perchè nella cucina povera non si buttava via nulla.




La ricetta di casa Moretto prevede di cucinarle in abbondante olio e aceto di vino bianco ma a parte con olio pulito, a questo punto andrebbero aggiunte anche le uvette secche ma noi le aggiungiamo verso la fine in modo che non scuriscano le cipolle.
 Queste belle cipolle che sembrano bionde post cottura in realtà sono molto pallide.

Le mie teglie di portata sono comodissime, una volta usate si possono buttare, non saranno esteticamente belle ma sono molto pratiche specie se si deve regalare a qualcuno qualche porzione di sarde in saor.


 Si procede come se dovessimo comporre delle lasagne ossia disponendo a strati le sarde alternate alle cipolle aggiungendo anche qualche manciata di pinoli.


a me piace anche variare le sarde tra schiena e pancia così il liquido di cottura delle cipolle viene assorbito completamente dal pesce.



opera finita pronta da essere messa a riposare qualche giorno

perchè il saor è buono quando le sarde e le cipolle sono diventate una cosa sola.